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Iconografia del pranzo di Natale marchigiano

Iconografia del pranzo di Natale marchigiano

I colori della tavola di Natale

Il Natale, quello classico da cartolina, con le sue canzoni più suggestive, ha da sempre il colore dei paesaggi imbiancati di neve e le tonalità che illuminano a festa le abitazioni private e i centri cittadini. A rendere omaggio alla più classica iconografia natalizia, contribuiscono anche le pietanze protagoniste del menù del tipico pranzo di Natale marchigiano.

Le ricche portate della tradizione natalizia marchigiana

Ad aprire le danze a tavola sono tre portate a base di pasta fresca: cappelletti in brodo di cappone, maccheroncini di Campofilone al sugo e Vincisgrassi. Mescolando la nivea farina di grano tenero con il giallo intenso dei tuorli d’uovo e il sale, si ottiene un impasto né troppo morbido, né troppo sostenuto che, lasciato riposare per una notte, darà vita, una volta steso, alla sfoglia necessaria per la realizzazione di tutte e tre le ricette. Pur caratterizzandosi per la comune fase iniziale di preparazione, i tre piatti risultano tuttavia formalmente e cromaticamente differenti al momento della presentazione in tavola: dalla forma ad anello ed immersi in un brodo di cappone color oro i primi, tagliate in listarelle sottilissime ed accompagnate dal sugo di carne rosso le seconde, disposte a strati e ricoperte di bianca besciamella, formaggio grattugiato e fiocchi di burro i terzi. Nel rituale del “copione da film” da seguire a tavola il secondo piatto è rappresentato da un perfettamente dorato e succulento cappone arrosto, scelto con cura dalla padrona di casa nei giorni precedenti e quasi “vegliato” in fase di cottura e accompagnato da croccanti patate. A concludere l’elogio a tavola della tonalità bruno-dorata sono due specialità dolci da forno che richiedono lunghi tempi di preparazione: la pizza de Natà e il fristingo, entrambi a base di fichi, cioccolato e frutta secca differenti fra solo per consistenza, a base di pasta di pane la prima, umido ma compatto il secondo. E quale colore si presta meglio all’abbinamento con l’oro brunito se non il rosso in tutte le sue varianti?  Ecco dunque la Vernaccia di Serrapetrona, il vino cotto e il vino di visciole da offrire a corredo delle gustose pietanze per condividere il giorno più bello dell’anno con chi ci è più caro. 

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