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Treia: la piazza e il cuore della città

Treia: la piazza e il cuore della città

La bellezza e la storia di Treia

“Staccia minaccia, buttiamola giù la piazza. Non l’ho imparata la filastrocca; quando tentavo di ricostruirla, arrivata a “giù la piazza”, attimi di inutile attesa, poi il pensiero, come se parlasse, diceva. Giù la piazza non c’è nessuno”. Così scriveva Dolores Prato a proposito della piazza, cuore della città di Treia. La scrittrice rimase nella cittadina marchigiana fino all'età di diciotto anni. Treia si trova a nord della valle del Potenza. L'antica città sorgeva nel Santuario del Santissimo Crocifisso dove si recupera la forma dell'anfiteatro romano. Treia fu una città distrutta molte volte durante il V secolo dai Visigoti, poi nel X-XI secolo dai Saraceni, solo nel 1790 con Pio VI divenne città, proprio sulla piazza di fronte al Comune troviamo il monumento dedicatogli. Numerosi sono gli edifici da visitare come l'Accademia Georgica (Biblioteca Comunale, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00), Biblioteca Conventuale (chiusa al pubblico) e quella Diocesana (da lunedì al sabato dalle ore 16.00 alle ore 20.00), la Pinacoteca Comunale dove si conserva l'enorme quadro di Agostino Bonisoli del 1673. Inoltre ricordiamo il Museo Archeologico, il Teatro Comunale, la Concattedrale della Santissima Annunziata con le sue linee e la sua maestosità realizzata nel 1782 dall'architetto Andrea Vici, discepolo del Vanvitelli. Particolare è la facciata della Chiesa di san Filippo Neri che si innalza al lato della Piazza della Repubblica e risalente al 1766-1773. Nel centro storico troviamo la Chiesa di S. Francesco e quella di San Michele dallo stile romanico mescolato a quello gotico. Nella chiesa gotica di Santa Chiara all'interno si conserva la statua della Madonna di Loreto fatta in legno di cedro del Libano. Da vedere anche Villa Spada (La Quiete) realizzata dall'architetto Giuseppe Valadier, il Santuario Santissimo Crocefisso realizzato da Cesare Bazzani agli inizi del Novecento con all'interno un affresco di scuola umbra del XVI secolo raffigurante S. Sebastiano e sopra l'altare maggiore un crocifisso cinquecentesco di arte locale. Da non perdere è la Torre Onglavina che fiancheggia la cortina muraria e si apre a meravigliosi panorami. All'interno del Museo Civico Archeologico situato nel Convento di San Francesco si conservano numerosi frammenti scultorei, elementi architettonici ed iscrizioni che testimoniano le diverse fasi evolutive della Treia romana e lo stretto legame con l'Oriente, in particolare con l'Egitto (aperto sabato, domenica e festivi dalle ore 9.00 alle ore 12, nel pomeriggio dalle ore 15.30 alle ore 19.30).

La disfida del Bracciale: tra tradizione e memoria

Un'importante evento, uno dei più rilevanti a livello nazionale è la disfida del bracciale che avviene nella città di Treia. Dolores Prato ne scriveva a proposito: “Per il gioco del pallone ci voleva un muro... A treja c'era il muro, ma non fabbricato per il gioco, era il muro che sosteneva la più bella piazza pensile del mondo”. La Disfida del Bracciale è una rievocazione storica che si tiene ogni anno durante la prima domenica di agosto dal XIX secolo e si ricorda ancora la stagione d'oro del bracciale con il nobile treiese e grande giocatore: Carlo Didimi. Ricordandolo e celebrandolo, oggi la città ricrea l'atmosfera di quei tempi ricostruendo l'epoca e i quartieri sono , da sempre, divisi per colore, Onglavina (giallo) Cassero (verde) Vallesacco (viola) e Borgo (azzurro). Ogni sera il centro storico viene animato a festa da numerosi spettacoli di musica, animazione e si riscoprono perfino le ricette dell'epoca degustate nelle taverne dei quartieri. La domenica è il giorno dedicato al gioco e il vincitore conserverà il trofeo fino alla nuova edizione. L'origine di questo gioco (palla) viene da molto lontano, fin dall'antica grecia è poi diventato un gioco classico e teatro di sfide famose in questi sferisteri. Il bracciale è parte integrante della storia della città di Treia. In poche parole il gioco consiste nel seguente modo: le squadre sono composte da un battitore, un terzino e una spalla una riserva e un mandarino (personaggio esterno al gioco), ma che ha il compito importantissimo di mandare la palla al battitore prima che prenda la rincorsa dal trampolino per la battuta. Il gioco assomiglia in parte al tennis e il conteggio dei punti è in 15. Ogni partita è divisa in frazioni chiamate trampolini che di solito compongono quattro giochi. Treia è una città dove sicuramente vale la pena di fermarsi per visitare, immersa tra tradizione, memoria e bellezza della storia.

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