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Urbania e la chiesa del mistero

Urbania e la chiesa del mistero

La chiesa dei morti e il cimitero delle mummie: una storia tutta da scoprire

Nell’entroterra marchigiano, su una collina attraversata dal fiume Metauro, si trova un piccolo paesino ricco di mistero un tempo conosciuto col nome di Casteldurante e poi ribattezzato Urbania, in onore di Papa Urbano VIII. Nella cittadina sono presenti e visitabili diversi monumenti di origine medievale e quattrocenteschi. La fama di questo luogo è prettamente legata al fatto che sin dall’antichità viene tramandata la tradizione della ceramica artigianale, celebrata ogni anno con una giornata dedicata ad essa, e attraverso l’esposizione sempre presente, e da non perdere, nel Museo Civico del Palazzo Ducale. Tuttavia, l’interesse verso questo luogo, che a prima vista potrebbe sembrare come qualunque altro borgo delle Marche, è particolarmente focalizzato su una chiesa il cui nome suscita già curiosità e soggezione di per sé: la Chiesa dei Morti. Quello che vi è costituito al suo interno è ancora più accattivante e circondato da un alone di mistero, parliamo del cimitero delle mummie. La chiesa originariamente si chiamava Cappella Cola ed è stata edificata nel 1380, mantenendo questo nome fino al 1836. L’accesso si effettua attraversando un portale, in stile gotico, di straordinaria bellezza e finemente decorato, mentre lo stile dell’edificio è romanico. Sul fondo della navata è collocato l’altare sovrastato dall’opera “Decollazione del Battista” dipinta da un artista metaurense; la parete sinistra invece è abbellita da un’opera di Giorgio Picchi, conosciuta come “Santa Lucia”. Se si presta particolare attenzione, sulle pareti si possono scorgere i resti di affreschi risalenti alla fine del 300. A questo punto si è arrivati nella parte opposta dell’ingresso, vicinissimo al muro che divide la chiesa dalla cappella e dove, risiedono le famose mummie di Urbania. La struttura cimiteriale risale al periodo in cui è stato emanato l’Editto napoleonico di Saint Cloud, 1804, secondo il quale andavano rimossi tutti i cadaveri sepolti sotto le chiese o nelle vicinanze e trasportati fuori dalle mura dei paesi. Proprio questa opera di riesumazione forzata ha permesso di rinvenire diversi corpi decisamente ben conservati.

Storie di vita vissuta i quel di Urbania

Tra i tanti fatti ancora da interpretare- non è un mistero che nel 1567 i Signori dell’epoca e più precisamente Cola di Cecco-, istituirono un servizio gratuito di trasporto di cadaveri ed assistenza dei moribondi, conosciuto come “Compagnia della Morte”. Gli eredi ottocenteschi di questa compagnia furono protagonisti nel 1833 dello spostamento dei corpi mummificati dal cimitero alla cappella Cola (l’attuale Chiesa dei Morti). I “becchini” dell’epoca si aspettavano di dover spostare soltanto delle ossa mentre, con grande stupore, si ritrovarono davanti decine di corpi mummificati. L’evento particolarmente raro quanto curioso si è verificato grazie alla presenza nel terreno di una muffa in grado di essiccare i cadaveri. Soltanto delle analisi approfondite da parte degli studiosi hanno risolto quello che per gli “operai” di allora si rivelò un grande mistero. Le mummie oggi sono esposte: 18 sono esposte in una serie di nicchie poste a semicerchio con teca di vetro e struttura in legno lavorato. Per le decorazioni sono state utilizzate anche delle ossa per costruire un lampadario (una decorazione dello stesso stile si può ritrovare nella cripta dei Cappuccini di Roma). Presenti anche numerosi teschi. Al centro dell’esposizione è collocata la mummia appartenente al priore Vincenzo Piccini, riconoscibile dagli abiti che indossa: una tunica bianca con cappuccio nero sulle spalle. Questo abbigliamento era una sorta di divisa dei confratelli della Compagnia della Buona Morte, indossata durante le cerimonie funebri. Il priore oltretutto occupa il ruolo centrale in quanto ideatore della necropoli. Al suo fianco sono collocati la moglie ed il figlio che però, sono stati mummificati artificialmente. Degli altri personaggi esposti, sono ben note le storie, raccontate durante la visita dal custode. Tra le tante, le più suggestive sono quelle della donna morta di parto cesareo, un giovane accoltellato durante una veglia danzante il cui cuore essiccato e trafitto dal pugnale è parte dell’esposizione, l’impiccato ed il malcapitato vittima di una sepoltura prematura dopo essere stato colto da morte apparente. Se quindi non siete facilmente impressionabili e volete passare un pomeriggio diverso “ascoltando” le storie che questi personaggi vissuti tra il 1600 ed il 1700 hanno da raccontarvi, non avete che da visitare Urbania e la sua Chiesa dei Morti. Il museo è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Per info: 0722 313140 Per visite: 349 8195469 – Giovanni Maestrini (custode e guida)

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