Nel suggestivo borgo di Offida (AP), tra le colline delle Marche, prende vita ogni anno un evento che va oltre la semplice sfilata: è un’autentica esperienza immersiva. Il Carnevale di Offida 2025 invita i partecipanti a vivere la festa in prima persona, con la caccia farsesca al bue finto (“Lu Bov Fint”) e la spettacolare processione del fuoco dei “i Vlurd”. Qui, la tradizione si fa comunità: grembiuli bianchi, fazzoletti rossi, tamburi e fuochi a rendere omaggio a un rito collettivo che affonda le radici nel Cinquecento. Se cerchi un Carnevale autentico, lontano dalle rotte battute, questa festa coinvolgente tra storia, folklore e partecipazione ti farà sentire parte della scena anziché semplice spettatore.
Il Carnevale di Offida ha radici antiche: già negli Statuti comunali del 1524 si fa menzione della festa come momento centrale della vita cittadina. Le congreghe – gruppi mascherati e organizzati del paese – assumono un ruolo fondamentale: nella settimana carnevalesca il sindaco consegna loro simbolicamente le chiavi della città, e da quel momento la festa è nelle loro mani. I confratelli e le consorelle delle congreghe, indossando il caratteristico guazzarò — un saio bianco con fazzoletto rosso — attraversano vicoli e piazze in un’atmosfera che coniuga memoria rurale, spirito goliardico e partecipazione. Il percorso inizia il 17 gennaio con la festività di Sant’Antonio Abate e procede fino al Martedì Grasso: la Domenica degli Amici e la Domenica dei Parenti, i veglionissimi al Teatro Serpente Aureo, e poi gli eventi clou: Lu Bov Fint e la notte dei Vlurd. Questo intreccio tra sacro e profano, rito e festa, rende il Carnevale di Offida uno dei più suggestivi dell’Italia centrale.
Le congreghe sono l’ossatura logistica e simbolica della festa: vestono, animano, partecipano, guidano la comunità. Il guazzarò, originariamente indumento da lavoro contadino, diventa divisa carnevalesca conferendo uniformità visiva alla partecipazione: bianco e rosso diventano colori della ritualità popolare.
La consegna delle chiavi al Giovedì Grasso sancisce il passaggio simbolico: la città – per qualche giorno – appartiene alla collettività festante. Il Carnevale non è più qualcosa da osservare, ma qualcosa da vivere. I veglionissimi, con spettacoli satirici e musica, rappresentano la dimensione conviviale e urbana della festa; mentre le parate evocano la componente rituale evocativa. In questa prospettiva, la partecipazione attiva è fondamentale: indossare il guazzarò, un fazzoletto rosso, mescolarsi alla folla, diventare parte del corteo, significa assumere un ruolo, contribuisce all’energia collettiva. Il borgo si trasforma, si anima, si fa teatro e rituale allo stesso tempo.
Questo mix – radici storiche, partecipazione popolare, simboli visivi e musicali – rende il Carnevale di Offida un evento che conserva nel tempo una forte identità, pur proponendosi con freschezza per il 2025.
Partecipare significa non solo assistere, ma diventare protagonista del rito: indossare il guazzarò non è un costume, è un invito al coinvolgimento. La festa, insomma, non è passiva: è partecipazione. E per chi arriva da fuori, è un accesso autentico nella comunità offidana, nelle sue tradizioni e nelle sue vie trasformate in palcoscenico. Conoscere la storia, vestirsi del bianco-rosso, unirsi al tamburo e al canto: questo è l’invito che viene da Offida.
Tra gli eventi centrali del Carnevale di Offida si segnalano due momenti che incarnano lo spirito della festa: Lu Bov Fint e i Vlurd. Per il 2025 il programma ufficiale indica che Lu Bov Fint si terrà venerdì 13 febbraio 2026 e i Vlurd martedì 17 febbraio 2026.
Lu Bov Fint
Il venerdì grasso è dedicato alla caccia del bue finto: un’intelaiatura di legno e ferro, rivestita da un telo bianco con segni rossi, viene portata a spalla da due uomini e accompagnata da una folla mascherata con guazzarò e fazzoletto rosso. Tra tamburi, balli, urla e rincorse la festa assume i toni di una corrida popolare simbolica: il bue viene “cacciato” per le vie del borgo e alla sera, al calar del sole, viene simbolicamente “abbattuto” sulle note dell’inno del Carnevale (“Addio Ninetta, Addio”).
Partecipare significa infilarsi in prima persona nel gioco: vestirsi, cantare, rincorrere, ridere, ed essere parte attiva della festa. Per i bambini e le scuole, al mattino, è spesso prevista una versione “ridotta”: un momento più tranquillo, ma con lo stesso spirito corale.
I Vlurd
La sera del martedì grasso, a Offida si accende la notte dei Vlurd: lunghi fasci di canne riempiti di paglia vengono portati a spalla da uomini e donne mascherati e vestiti del guazzarò bianco con fazzoletto rosso. In fila indiana percorrono le vie del centro storico fino alla piazza principale, creando un “serpente fiammeggiante” che avanza tra musica, canti, danze e fuoco. In Piazza del Popolo i fasci vengono ammassati e dati alle fiamme: fino allo spegnimento del grande falò l’atmosfera è dionisiaca, un vortice collettivo di partecipazione, scintille e tradizione. Dopo il silenzio, inizia la Quaresima.
Partecipare al Carnevale di Offida significa immergersi in una festa che non si guarda ma si vive, dove il pubblico diventa attore e il borgo un palcoscenico. In queste tre giornate, Offida si trasforma, riscopre le sue radici, fa della partecipazione collettiva il suo manifesto. Se cerchi un’esperienza autentica, vibrante e fuori dai circuiti mainstream, questa è la festa che ti farà battere il ritmo della tradizione marchigiana nel corpo.