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Gola del Furlo: riserva naturale e trekking nelle Marche

Un canyon marchigiano tra storia romana e natura selvaggia

Nel cuore della provincia di Pesaro e Urbino, la Gola del Furlo è una delle meraviglie naturali più suggestive delle Marche. Qui, il fiume Candigliano ha scavato nei millenni un canyon spettacolare tra il Monte Pietralata e il Monte Paganuccio, creando un paesaggio di rocce bianche, boschi mediterranei e acque verde smeraldo. La gola è attraversata dall’antica Via Flaminia romana, testimonianza viva di un dialogo millenario tra uomo e natura. Oggi l’area è parte della Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, gestita dalla Regione Marche e accessibile liberamente tutto l’anno. I suoi sentieri panoramici, le pareti verticali e la presenza dell’aquila reale ne fanno una meta d’elezione per escursionisti, fotografi e amanti della biodiversità.

Trekking e sentieri nella Riserva Naturale Gola del Furlo

La Gola del Furlo offre oltre 50 chilometri di sentieri segnalati che permettono di esplorare ambienti diversissimi in pochi passi. Dalle faggete fresche d’altura ai boschi di leccio mediterranei, ogni itinerario regala panorami indimenticabili sull’Appennino e sulle colline marchigiane.   
Uno dei percorsi più accessibili è la passeggiata lungo il fiume Candigliano, un tracciato di circa 3 chilometri che costeggia l’acqua color smeraldo e attraversa la storica galleria romana di Vespasiano (77 d.C.), scavata a mano nella roccia. Ideale anche per famiglie con bambini, permette di ammirare le spettacolari pareti calcaree che si innalzano fino a 400 metri.  
Per chi ama camminare in quota, il sentiero che conduce alla Terrazza del Furlo è un classico intramontabile: circa un’ora e mezza di salita costante fino a un belvedere naturale da cui si domina l’intero canyon. Da lassù, nelle giornate limpide, è possibile osservare il volo dell’aquila reale e la morfologia del paesaggio marchigiano in tutta la sua potenza.  
Gli escursionisti più esperti possono affrontare gli anelli di Monte Paganuccio e Monte Pietralata, che superano i 900 metri di quota. Qui il trekking diventa un viaggio tra creste erbose, mulattiere forestali e punti panoramici da cui si scorgono i massicci del Monte Catria e del Monte Nerone.   
Prima di partire, si consiglia di ritirare la mappa aggiornata al Centro Informazioni della Riserva in Via Flaminia 37, località Furlo – Acqualagna. Portare acqua, calzature da trekking e rispetto per l’ambiente: restare sui tracciati è fondamentale per proteggere gli habitat.

Birdwatching alla Gola del Furlo: l’aquila reale e la fauna protetta

La Riserva del Furlo è uno dei luoghi simbolo del birdwatching nelle Marche. Qui vive una storica coppia di aquile reali (Aquila chrysaetos), emblema della riserva, che nidifica tra le pareti calcaree del Monte Paganuccio. Con un po’ di pazienza e un buon binocolo, è possibile avvistarle dalla Terrazza del Furlo o dalle creste panoramiche tra Pietralata e Paganuccio, insieme ad altre specie di rapaci come il falco pellegrino, lo sparviere e il falco pecchiaiolo.  
Lungo il corso del Candigliano si incontrano inoltre uccelli legati agli ambienti d’acqua come il martin pescatore, la nitticora, il cormorano e la garzetta. Nei mesi estivi, i cieli della gola sono attraversati dagli stormi di rondoni alpini, una rarità per la regione Marche.   
La varietà di ambienti – greto fluviale, bosco mediterraneo, faggeta e praterie d’altura – fa del Furlo un mosaico di ecosistemi unici in pochi chilometri quadrati. Per gli appassionati, le escursioni con guide ambientali organizzate dall’Ente gestore offrono l’occasione di osservare da vicino le specie protette e comprendere il valore di questo patrimonio naturale.   
Informazioni e programmi di attività guidate sono disponibili su riservagoladelfurlo.it.

Acqualagna, Via Flaminia e sapori del territorio marchigiano

Visitare la Gola del Furlo significa entrare in contatto con una parte profonda dell’identità marchigiana, dove storia, geologia e gusto si intrecciano. L’antica Via Flaminia, tracciata dai Romani per collegare Roma all’Adriatico, attraversa ancora oggi la gola: la galleria di Vespasiano, scavata nel I secolo d.C., resta una delle testimonianze più straordinarie di ingegneria romana in Italia centrale.   
Il paesaggio geologico racconta 200 milioni di anni di storia: sedimenti marini sollevati e modellati dal Candigliano in un lento lavoro di erosione che ha creato l’attuale forra. Camminare qui significa leggere le montagne come un archivio naturale, un manuale aperto sulla formazione dell’Appennino.   
Dopo il trekking, la tappa ideale è Acqualagna, borgo alle porte della riserva e patria del tartufo bianco pregiato. Nelle botteghe e nei ristoranti locali puoi degustare piatti tipici come tagliatelle al tartufo o carni alla brace. Ogni autunno si svolge la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna, uno degli eventi gastronomici più importanti d’Italia.  
Il territorio custodisce anche tesori d’arte e spiritualità come l’Abbazia di San Vincenzo al Furlo, detta Pietrapertusa, e il Museo del Territorio “Lorenzo Mannozzi Torini”, dove scoprire la flora, la fauna e la storia geologica della riserva.  
In definitiva, la Riserva Naturale Statale Gola del Furlo rappresenta la sintesi perfetta tra natura, cultura e gusto: un luogo dove la forza della terra incontra la creatività umana e l’ospitalità marchigiana.

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