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Viaggio alla scoperta delle Marche Pagane

Viaggio alla scoperta delle Marche Pagane

Simboli di antichi culti nascosti tra le mura degli edifici cristiani

Nulla di ciò che appare è come sembra. Pensereste mai che una chiesa possa celare al suo interno un tempio romano? O che sotto la superficie di un’intera città ne esista una gemella al negativo ricca di statue di divinità pagane? Credereste, infine, che una statua della Madonna non sia in realtà dedicata alla madre di Cristo ma alla Dea Floris? Ebbene sì, è tutto vero. Potete pensarlo perché, soprattutto nella provincia di Ancona, si snoda un interessante itinerario dedicato alla presenza dei luoghi del culto pagano, ben nascosti agli occhi di tutti seppur in bella vista. Tra le tante religioni precristiane che hanno attraversato i secoli e la regione, la più diffusa, e quella di cui è arrivato il maggior numero di tracce fino ai giorni nostri, è sicuramente il Mitraismo, un culto che si accosta molto al Cristianesimo. L’Abbazia benedettina della Santa Croce nei pressi di Sassoferrato (AN) è uno tra i luoghi più ricchi di simboli mitraici presenti in terra marchigiana. La struttura odierna è stata commissionata dai conti Atti, gli antichi Signori di Sassoferrato, ed ingloba  al suo interno, celandolo agli occhi dei passanti, un antico tempio dedicato al dio precristiano Mitra. Tutte le decorazioni, infatti, sono state ricavate da quelle preesistenti provenienti dal mitreo e “cristianizzate” trasponendo il simbolismo dal significato pagano a quello cristiano. Nell’abbazia è possibile ammirare: una bellissima statua di Mitra, un bassorilievo in cui è raffigurato il dio nell’atto di uccidere un Toro (scena che rappresenta la rinascita della natura) e numerosi capitelli caratterizzati dal simbolismo legato sia al culto in questione sia alla rappresentazione grafica degli esponenti più importanti della società di allora, nonché molte storie legate all’astrologia. Le altre chiese che celano all’interno antichi templi pagani sono la chiesa di Santa Maria del Piano, edificata sopra un tempio romano, e il Duomo di San Leopardo, sul cui terreno anticamente sorgeva un tempio dedicato ad Esculapio ed Igea. Cambiando luogo e trasferendosi dalla superficie al sottosuolo, secondo il principio del “ciò che sta in basso sta in alto”, sempre nella provincia di Ancona esistono ben due città sotterranee ricche di misteri: Camerano ed Osimo al negativo. La prima è un mondo nascosto e tutt’oggi ancora da esplorare poiché mancano all’appello alcune grotte mai aperte. Gli ambienti accessibili ai visitatori sono ricchi di simboli, bassorilievi ed incisioni, nicchie, colonne, volte ed ampie sale che nell’antichità erano adibite a templi, tra cui annoveriamo: il tempio Camerone ed il tempio Grotta, con sole e luna dedicati al culto del Dio Mitra e il tempio Grotta dei Trionfi, nel quale si riunivano i membri degli antichi ordini cavallereschi, il tempio massonico della grotta Corraducci, la sala dell’Ankh egizio, in stretto rapporto simbolico e spirituale con il percorso iniziatico massonico correlato ai culti egizi ed infine le chiese gemelle e le chiese orientate a nord ed a est. Simile per struttura sotterranea e presenza di cunicoli, ma diversa nella forma e nel significato, anche Osimo esiste in forma sotterranea. Le 88 grotte scoperte fino ad oggi si snodano per 9 chilometri e corrispondono a luoghi cittadini importanti tra cui il palazzo Campana, il palazzo Riccioni, il palazzo Simonetti e la piazza Matteotti. Gli antri sottostanti questi luoghi sono particolarmente affascinanti poiché le loro pareti sono ricchissime di simbolismi, alcuni facilmente riconducibili a significati religiosi, altri ancora avvolti dal mistero. Tra le grotte sicuramente la più rilevante è quella “Proibita”, dedicata al culto del Dio Mitra, che presenta una struttura a pianta circolare con elementi architettonici caratteristici del mitreo romano.  

Il culto del Sole e della dea madre diffuso nel sud delle Marche

Nella provincia di Ascoli Piceno c’è un piccolo paese situato sulle colline che deriva il suo nome dalla divinità alla quale era dedicato il locale tempio pagano. La dea in questione è conosciuta come Floris ed il paesino che ne deriva il nome è Montefiore, la cui etimologia è riconducibile appunto al latino Mons Floris. Nella chiesa di Santa Lucia, in corrispondenza della cappella dedicata a Sant’Antonio da Padova, è possibile ammirare la statua della Madonna Nera. L’effigie a prima vista sembra dedicata alla famosa Madonna di Loreto, ma in realtà  rappresenta la Dea Floris: essa, infatti, è un reperto sopravvissuto ai secoli in quanto quella che oggi è una chiesa cristiana, un tempo era un tempio pagano. Un’altra statua della Madonna Nera, simboleggiante il culto pagano e non quello cristiano, è custodita nel Monastero di Santa Chiara a Treia. Il paese stesso, infatti, deriva il suo nome da Trea, la Grande Madre. I reperti presenti nel territorio non sono soltanto legati alle tradizioni religiose autoctone, ma anche, con grande stupore degli scopritori, sono state rinvenute, durante la demolizione dell’originaria chiesa del SS. Crocifisso, numerose statuette di origine egizia, la maggior parte delle quali relative al culto di Iside ed esposte oggi presso il museo archeologico di Treia. In ultimo, molto affascinante è la storia realmente accaduta della Città del Sole, un villaggio ideale progettato e concepito dai Medici, il cui progetto non è stato mai compiuto a causa del trionfo delle forze della natura sull’uomo. Si narra che nel costruirlo siano morte centinaia di persone e per questo motivo il luogo sarebbe maledetto. Ancora oggi, dopo circa cinque secoli, è possibile ammirare i resti dell’impresa miseramente fallita, ricordando all’uomo che nulla può contro le forze, un tempo divinizzate, della natura.

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