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Tempio del Valadier e Infra Saxa a Genga

Un doppio santuario scolpito nella roccia nel cuore delle Marche

Nel cuore verde delle Marche, tra i boschi del Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi, si nasconde un luogo capace di unire fede, arte e natura in un solo sguardo: il Tempio del Valadier e l’Eremo di Santa Maria Infra Saxa. Si trovano poco sopra Genga, in provincia di Ancona, affacciati sulla gola scavata dal fiume Sentino, a pochi passi dall’ingresso delle celebri Grotte di Frasassi. In questa cavità calcarea, dove la montagna diventa parete e tetto, convivono due anime opposte e complementari: quella neoclassica e luminosa del Tempio e quella antica e ascetica dell’Eremo. Visitare questo sito non è solo un’esperienza estetica, ma un piccolo viaggio spirituale. Il silenzio, l’umidità della roccia, la luce che filtra obliqua dall’apertura naturale creano un’atmosfera sospesa nel tempo. È un luogo che parla di protezione, perdono e rinascita, simboli profondi della spiritualità marchigiana.

Il Tempio del Valadier: rifugio dei peccatori e simbolo di misericordia

Costruito nel 1828 per volontà di Papa Leone XII, originario di Genga, il Tempio del Valadier rappresenta una delle opere architettoniche più affascinanti delle Marche. Il pontefice volle creare un santuario di accoglienza e perdono, accessibile a chiunque cercasse redenzione dopo un periodo difficile. Per questo il tempio fu chiamato fin da subito “rifugio dei peccatori”, o in latino Refugium Peccatorum.  
L’edificio si presenta come una piccola architettura neoclassica in travertino locale, con pianta ottagonale e cupola rivestita in piombo. È inserito nel cuore della grotta come un gioiello urbano trapiantato nella natura selvaggia. La luce filtrata dall’apertura della cavità crea riflessi dorati sulle superfici chiare, rendendo l’atmosfera quasi mistica. Tradizionalmente attribuito all’architetto Giuseppe Valadier, da cui prende il nome, il progetto fu in realtà frutto di una collaborazione tra vari architetti marchigiani, tra cui Tommaso Zappati, Pietro Ghinelli e Carlo Donati, sotto l’impulso del futuro papa Annibale della Genga.  
All’interno si custodisce una Madonna con Bambino: l’originale, proveniente dalla bottega di Antonio Canova, è oggi conservata nel Museo di Genga, mentre nel tempio è visibile una copia. Questo dettaglio rafforza il legame tra arte e spiritualità, due elementi indissolubili nella cultura marchigiana.  
Il Tempio del Valadier non è solo un edificio religioso, ma anche un luogo psicologico, un’architettura del perdono che invita al raccoglimento. Oggi, come due secoli fa, il visitatore che raggiunge questo spazio sente il bisogno di fermarsi, respirare e ritrovare equilibrio. È un’esperienza che unisce fede, estetica e introspezione.

L’Eremo di Santa Maria Infra Saxa: spiritualità femminile tra le rocce

Accanto al tempio sorge l’Eremo di Santa Maria Infra Saxa, un oratorio rupestre di origine medievale che risale almeno all’anno 1029. Il nome “Infra Saxa” significa “fra le rocce” e descrive perfettamente la sua posizione: un piccolo edificio in pietra, parzialmente scavato nella montagna e in parte costruito, che si affaccia su un dirupo. Questo luogo era abitato da monache benedettine di clausura, che scelsero la vita eremitica e il silenzio come forma di preghiera e protezione.  
A differenza del Tempio del Valadier, monumentale e geometrico, l’eremo è povero, umile e autentico. Le sue pareti grezze e umide riflettono la semplicità del monachesimo femminile dell’Alto Medioevo.
All’interno, la luce filtra appena da piccole finestre e crea una penombra intima che invita alla meditazione.
Fino agli anni Quaranta del Novecento, l’eremo custodiva una venerata Madonna nera lignea, andata distrutta in un incendio; oggi ne resta una statua in pietra che continua a ricevere offerte e preghiere.  
L’Eremo di Santa Maria Infra Saxa rappresenta il volto più intimo e popolare della spiritualità marchigiana. È un luogo in cui la devozione si lega al bisogno di protezione quotidiana, e in cui il sacro si fonde con la materia viva della roccia. Camminando nei suoi spazi, si percepisce ancora la presenza di chi ha cercato rifugio qui nei secoli: religiose, pellegrini, ma anche contadini e abitanti che si nascondevano durante invasioni o guerre.  
La sua autenticità lo rende una tappa imprescindibile per chi desidera conoscere le Marche interiori, fatte di silenzi, fede e resistenza.

Come visitare Tempio del Valadier e Infra Saxa: info pratiche e itinerari

Visitare oggi il Tempio del Valadier e l’Eremo di Santa Maria Infra Saxa è un’esperienza accessibile ma emozionante. I due santuari si trovano nel territorio comunale di Genga, nel cuore del Parco Naturale Gola della Rossa e di Frasassi, e sono raggiungibili solo a piedi.  
Si parte dall’area di San Vittore di Genga, nei pressi dell’ingresso delle Grotte di Frasassi, dove si può lasciare l’auto. Da qui inizia un sentiero di circa 800 metri con pendenza media del 15–20%. Lungo il percorso si incontra una Via Crucis con stazioni numerate; il tratto più impegnativo è fino alla stazione IX, ma il panorama ripaga ogni sforzo. Si consiglia di evitare le ore più calde in estate e di portare sempre scarpe adeguate e acqua.  
All’arrivo, il contrasto tra la pietra chiara del tempio e la penombra della grotta lascia senza parole. Il luogo è libero e aperto tutto l’anno, ma il silenzio va rispettato: è ancora considerato un luogo di preghiera e raccoglimento.  
Chi desidera proseguire la giornata può visitare il Museo di Genga, dove si trova la Madonna originale del Tempio, oppure esplorare le spettacolari Grotte di Frasassi, uno dei sistemi carsici più grandi d’Europa.  
Per gli amanti del trekking e della fotografia naturalistica, l’area del Parco offre diversi sentieri panoramici immersi nei boschi. Tutte le informazioni aggiornate su orari, accessi e visite guidate sono disponibili parcogolarossa.it.

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