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Dagli alchimisti ai templari: a caccia dei simboli nascosti

Dagli alchimisti ai templari: a caccia dei simboli nascosti

Luoghi di templari

Le storie dei cavalieri templari, ricche di gesta eroiche, da sempre appassionano e affascinano grandi e piccini perché permettono di viaggiare con la fantasia indietro nel tempo, verso un’epoca che ormai non c’è più ma che ancora fa sognare.

Il territorio delle Marche è il luogo ideale per soddisfare la propria voglia di avventura e curiosità in merito all’argomento in quanto, fin dalla fondazione del sacro ordine, proprio dalle coste marchigiane salpavano le navi dirette verso la Terra Santa. Il passaggio templare nella regione è testimoniato sia da documenti storici, che attestano come nell’Alta Vallesina nell’XI secolo vi fosse un ospedale templare, sia dalle chiese ancora oggi esistenti e ricchissime di simboli, più o meno nascosti, legati all’ordine. Per poter scorgere le tracce lasciate dai cavalieri, infatti, bisogna prestare molta attenzione ed aguzzare la vista: come nel caso dell’Abbazia della Santa Croce di Sassoferrato, la quale nasconde, tra i tanti simboli religiosi cristiani e pagani, anche diverse raffigurazioni di cavalieri templari incise sui capitelli delle colonne. Si può notare, inoltre, spostandosi molto in alto rispetto alla struttura, come essa risulti interamente edificata seguendo la forma della croce templare, la stessa croce incisa sulla maggioranza delle pareti interne ed esterne.

Una città particolarmente legata all’ordine templare è, invece, Osimo. Essa fu teatro nel 1247 di una battaglia che contrapponeva i Teutonici ed i ghibellini ai guelfi, fiancheggiati a loro volta dai templari. Proprio in questo luogo, a seguito dei lavori di restauro della cattedrale di San Leopardo e Santa Tecla, sono stati rinvenuti degli affreschi con una croce templare circondata da stelle rosse divise in gruppi di 3. La peculiarità di questo ritrovamento consiste nel fatto che i templari avevano una sorta di devozione verso il numero tre ed i suoi multipli. Oltretutto si può ipotizzare che l’affresco non sia fine a sé stesso ma che contenga un messaggio nascosto e decriptabile solo attraverso la conoscenza del codice segreto dei Templari. Sempre ad Osimo, il passaggio dei cavalieri non è testimoniato soltanto in superficie ma anche negli ipogei sottostanti la città, i quali sono ricchi di simboli e strutture di ritrovo ad essi legati. L’importanza dei templari e del loro operato si ritrova anche nella Santa Casa di Loreto, la quale è stata traslata dalla Terra Santa a quella marchigiana proprio dai cavalieri della nobile famiglia Angeli.

Infine, se vi recate presso Arcevia (AN), nel verde bosco fuori la città trovate una chiesetta intitolata a S. Ansovino. Questo gioiello dell’architettura romanica un tempo apparteneva alla magione templare di Pian dell’Ospedale, per questo motivo sia all’interno che all’esterno dell’edificio è possibile scorgere numerosi simboli e croci templari. Lungo tutta la regione le altre case templari erano: Santa Croce e san Giovanni ad Ascoli Piceno, San Giacomo a Fermo, San Marco a Fano, Santa Maria a Castignano. Quest’ultimo paesino, situato nell’entroterra piceno, ogni anno celebra la presenza dei Templari nel territorio con la famosa festa “Templaria”, una rievocazione storica che si tiene nel mese di Agosto durante la quale ci si può immergere per una sera nelle magiche atmosfere medievali.

Luoghi di alchimisti

Nel Medioevo la parola alchimia veniva spesso associata all’ordine dei templari in quanto diversi membri dell’ordine religioso erano anche alchimisti. Tale pratica, tuttavia, vicina ad una moderna indagine “scientifica”, si legava all’epoca al mondo dell’esoterismo, ragion per cui alcuni templari vennero processati e messi al rogo come eretici.

Tra i più illustri si ricorda Cecco d’Ascoli, templare ed alchimista messo al rogo a Firenze nel 1327. Tra i luoghi più suggestivi legati agli alchimisti marchigiani c’è sicuramente il magico Lago di Pilato nel quale, secondo la leggenda, è sepolto il corpo di Ponzio Pilato. Proprio per questo motivo si crede che dal giorno della sua inumazione il luogo sia infestato dai demoni. Al centro del lago, inoltre, si può scorgere un’isoletta sulla quale, in tempi remoti, si riunivano gli stregoni per consacrare i propri grimori.

La leggenda narra che originariamente presso il lago si trovassero tre cerchi, corrispondenti a tre postazioni, tracciati da Virgilio e Cecco d’Ascoli. Un’altra leggenda vuole che le acque del lago fossero in principio di colore rosso sangue e per questo si credeva che il luogo fosse una via di comunicazione tra il mondo dei morti e quello dei vivi attirando così streghe, stregoni e negromanti provenienti da ogni dove. Spostandosi verso la Città della Fortuna, oggi conosciuta con il nome di Fano, nella biblioteca è custodito un volume intitolato “Segreto Federiciano” nel quale sono contenute 37 lettere di argomento alchemico ricevute ed inviate dall’abate alchimista Federici, uno degli uomini più illustri della Fano del ‘600, dal quale prende il nome la biblioteca stessa.

Restando sempre nella provincia di Pesaro Urbino, a Saltara si trova la Villa Balì, conosciuta anche come la Dimora dei Saggi, poiché nella cripta scavata nei sotterranei e composta da 4 croci di Lorena, avevano luogo i riti d’iniziazione degli ordini cavallereschi. Ritornando nel territorio di Ascoli Piceno, si può visitare il Colle San Marco dal quale, vicino all’eremo di San Marco, si scorge uno sperone di travertino conosciuto come il “Dito del diavolo”, sul quale, secondo la credenza popolare, ancora oggi si svolgerebbero dei riti propiziatori per la fertilità. Da ultimo non potete perdere la visita alla piazza del mercato di Jesi dove ebbe luogo la nascita fortuita del più importante alchimista della storia: Federico II di Svevia. Nella piazza stessa c’è una targa che ricorda l’evento storico e, proprio nel punto in cui è avvenuta la nascita, sorge ancora oggi un obelisco che sta a simboleggiare il legame dell’imperatore con l’occulto. 

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