Nell’entroterra delle Marche, avvolta dalle colline e dal lento scorrere del fiume Metauro, sorge Urbania, antica Casteldurante e oggi nota per la sua arte ceramica e per un fascino senza tempo. Il borgo, che conserva ancora intatto l’impianto medievale, custodisce palazzi rinascimentali, chiese gotiche e angoli suggestivi che raccontano secoli di storia. Passeggiare per le sue strade è un viaggio tra passato e presente: il Museo Civico del Palazzo Ducale testimonia la maestria artigianale locale, mentre la Chiesa dei Morti, con il suo enigmatico cimitero delle mummie, attira visitatori da ogni parte del mondo. È un luogo che unisce spiritualità, curiosità scientifica e suggestione, offrendo un’esperienza unica tra arte, mistero e antropologia.
La Chiesa dei Morti di Urbania, un tempo chiamata Cappella Cola, è stata edificata nel 1380 e ancora oggi rappresenta uno degli esempi più affascinanti di architettura religiosa medievale delle Marche. La sua importanza non deriva solo dal nome evocativo, ma anche dalla ricchezza di elementi artistici che racchiude.
Architettura e opere d’arte
L’ingresso è caratterizzato da un portale gotico, finemente scolpito, che introduce a un interno di stile romanico, semplice ma suggestivo. L’austerità dell’edificio contrasta con i tesori artistici custoditi:
La Compagnia della Morte
Un ruolo fondamentale nella storia della chiesa è legato alla Compagnia della Morte, confraternita laica istituita nel 1567 da Cola di Cecco per offrire assistenza ai moribondi e trasportare gratuitamente i defunti. I confratelli, riconoscibili per la tunica bianca e il cappuccio nero, furono protagonisti, nei secoli successivi, della gestione della cappella e della sistemazione delle mummie rinvenute.
Un simbolo di memoria collettiva
La Chiesa dei Morti non è solo un edificio religioso, ma anche un luogo di memoria. Ogni elemento architettonico e decorativo contribuisce a rafforzare il legame tra fede, arte e comunità, trasformando lo spazio in un contenitore di storie che ancora oggi affascinano visitatori e studiosi.
Il vero motivo di attrazione della Chiesa dei Morti è il cimitero delle mummie, un unicum nel panorama italiano. La sua origine è legata all’Editto napoleonico di Saint-Cloud (1804), che impose lo spostamento dei corpi dalle sepolture interne alle chiese. Durante le riesumazioni, gli abitanti di Urbania scoprirono con stupore corpi eccezionalmente conservati.
Il mistero della conservazione
Per secoli si è creduto che la mummificazione fosse dovuta a una muffa particolare, la Hypha bombycina, in grado di disidratare i tessuti. Oggi le analisi scientifiche propendono per una spiegazione più naturale: la composizione calcarea del terreno, il microclima stabile e l’assenza di umidità avrebbero impedito la decomposizione.
Storie dei personaggi mummificati
Le diciotto mummie esposte raccontano vite spezzate tra il Seicento e il Settecento. Alcune storie colpiscono ancora oggi:
Valore antropologico e culturale
Oltre al fascino macabro, il cimitero delle mummie è un prezioso archivio antropologico: consente di studiare condizioni sanitarie, abitudini alimentari e malattie del passato. La presenza del priore Vincenzo Piccini, sepolto con gli abiti rituali della confraternita, testimonia inoltre l’importanza della religiosità popolare nella vita della comunità.
Orari di apertura
Il Cimitero delle Mummie è visitabile tutto l’anno, con orari variabili:
Biglietti
Il biglietto comprende anche l’ingresso al Museo Diocesano Leonardi, arricchendo l’esperienza culturale.
Consigli di visita
Come arrivare
Urbania si raggiunge facilmente da Urbino (20 km) e da Pesaro (50 km). È collegata con autobus di linea e dispone di parcheggi nelle vicinanze del centro.