Immerso tra le colline marchigiane e sospeso tra il mare Adriatico e l’Appennino, Monterubbiano è un borgo capace di conquistare chiunque lo visiti. La sua posizione privilegiata, a circa 500 metri di altitudine, permette di spaziare con lo sguardo dalla costa alle montagne, offrendo panorami mozzafiato in ogni stagione. Questo piccolo centro del Fermano non è soltanto una meta di relax, ma un luogo dove la storia millenaria incontra la bellezza artistica e le tradizioni più autentiche. Dal riconoscimento come Bandiera Arancione del Touring Club Italiano per la qualità dell’accoglienza e dell’offerta culturale, alle celebri specialità gastronomiche come le tagliatelle fritte, Monterubbiano racconta un’identità ricca e viva. Visitandolo si percepisce la stratificazione di epoche e culture che hanno lasciato tracce indelebili: dal Neolitico ai Piceni, dal Medioevo fino ai giorni nostri. Un borgo che unisce natura, arte e sapori, pronto a sorprendere e coinvolgere ogni visitatore.
Passeggiare per Monterubbiano significa intraprendere un vero viaggio nella storia. Il borgo custodisce monumenti che testimoniano secoli di cultura e spiritualità. Il Parco di San Rocco, elegante giardino all’italiana situato a ridosso del centro storico, è il punto ideale per ammirare la Vallata dell’Aso, un territorio fertile e suggestivo che arricchisce ulteriormente la cornice paesaggistica.
Il cuore culturale della città è il Polo di San Francesco, complesso polivalente nato dal recupero di un convento francescano del 1200. Qui si trovano il Museo Civico Archeologico, con reperti che documentano gli insediamenti piceni, una biblioteca, spazi espositivi, un auditorium e un orto botanico, simbolo della vocazione didattica del borgo.
Tra i palazzi storici spiccano il Palazzo Comunale trecentesco, che ospita la Quadreria Comunale con tele del Cinquecento, e il Palazzo Calzecchi Onesti, residenza dello scienziato Temistocle Calzecchi Onesti, inventore del coesore, strumento che ispirò Marconi nella creazione del telegrafo.
Il percorso non può che concludersi al raffinato Teatro Vincenzo Pagani, inaugurato nel 1875, arricchito nel tempo da eleganti dorature e dal rosone scenografico opera di Gregorio Maranelli. Visitare questi luoghi significa comprendere come Monterubbiano non sia solo un borgo pittoresco, ma un centro vivo di cultura e innovazione.
Nonostante le ridotte dimensioni, Monterubbiano vanta ben dieci chiese che testimoniano la profonda spiritualità e la rilevanza culturale del borgo. La Chiesa di Santa Maria dei Letterati rappresenta l’apice dell’arte religiosa locale: custodisce un organo Callido, l’“Assunzione della Vergine” dipinta nel 1539 da Vincenzo Pagani e tre tavolette decorate con opere di Pagani stesso e di Alessio Donati, pittore offidano.
Ugualmente suggestiva è la Chiesa dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, risalente al Duecento, impreziosita da un ciclo di affreschi di grande valore. Ancora più antica è la Chiesa di Santa Maria dell’Olmo, edificio romanico eretto circa mille anni fa.
Singolare la vicenda della Badia dei Santi Flaviano e Biagio, sconsacrata e oggi trasformata in una raffinata falegnameria artigianale. La Chiesa di San Michele Arcangelo, che negli anni Cinquanta fu persino adibita a granaio, rappresenta un altro tassello di questa storia affascinante. A completare l’itinerario vi sono la Pievania dei Santi Stefano e Vincenzo (XI secolo), la semplice ma suggestiva Chiesa di Santa Maria dei Monti, i resti templari della Chiesa di Sant’Andrea e la Chiesa di Sant’Agostino, con il suo ciclo pittorico murale che stupisce per ricchezza cromatica e raffinatezza.
Questo straordinario patrimonio sacro testimonia come la fede abbia plasmato l’identità del borgo, lasciando un’eredità artistica che merita di essere ammirata con lentezza e rispetto.
Monterubbiano vive intensamente le sue tradizioni, che trovano espressione in celebrazioni religiose, rievocazioni storiche e feste gastronomiche.
La più celebre è la Sciò la Pica – Armata di Pentecoste, spettacolare rievocazione storica che nel 2025 ha celebrato la 60ª edizione dal 27 giugno al 1° luglio. Per il 2026 si attende il calendario ufficiale.
Altro appuntamento irrinunciabile è la Processione del Cristo Morto, che ogni Venerdì Santo attraversa le vie del borgo in un rito solenne. Nel 2025 si svolgerà il 18 aprile, mentre nel 2026 cadrà il 3 aprile, in attesa di conferma ufficiale.
Non meno importante è la Sagra delle Tagliatelle Fritte, prevista nel 2025 nei giorni 7, 8, 10, 12, 13 e 14 agosto. Qui i visitatori possono assaggiare le celebri tagliatelle fritte, nate da una ricetta tramandata nei secoli: pasta fresca e besciamella, trasformate in polpette e fritte fino a diventare dorate e croccanti.
Questi eventi rappresentano l’anima del borgo, unendo storia, fede e convivialità.